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La zanzara comune (nome scientifico Culex pipiens) è di aspetto e dimensioni piuttosto minute e colorazione di fondo sul marroncino.
L'addome è tronco, e ciascun segmento è attraversato da due bande trasversali: bruna quella distale, beige quella prossimale.Di questa specie esistono due forme biologiche: una rurale e ornitofila e una antropofila, particolarmente adattata agli ambienti urbani, che rappresenta un'evoluzione della prima. Dal punto di vista biologico, la forma antropofila si differenzia per caratteri che si sono selezionati in seguito all’adattamento alla vita in ambienti chiusi, spesso ipogei: essa è infatti in grado di accoppiarsi in spazi ristretti (stenogamia), di compiere il primo ciclo di produzione di uova senza pasto di sangue (autogenia) e di non effettuare la diapausa invernale (omodinamia).
Le larve, acquatiche, si nutrono filtrando l'acqua e attraverso 4 stadi di crescita raggiungono lo stadio di pupa. La zanzara adulta sfarfalla dopo circa 48 ore dall'impupamento. Alle nostre latitudini il ciclo larvo-pupale può durare da una a più settimane, a seconda della temperatura: a 30°C dura 6-7 gg, a 20°C 11-14 gg, a 10°C 48-58 gg. Sotto i 7°C le larve smettono di crescere e il ciclo si blocca.
Circa 48 ore dopo lo sfarfallamento maschi e femmine sono in grado di accoppiarsi. Subito dopo, la femmina può effettuare il suo primo pasto di sangue, mentre il maschio, esaurita la propria funzione riproduttiva, sopravvivrà solo pochi giorni durante i quali non si nutrirà mai di sangue. Sia maschi che femmine traggono l'energia necessaria alla loro vita da succhi zuccherini di origine vegetale.
L'attività della zanzara comune è prevalentemente notturna.
E' infatti quasi certamente suo il fastidioso sibilo che talvolta udiamo nel nostro orecchio nelle notti d'estate. Si tratta di una zanzara prevalentemente endofaga (ci attacca all'interno delle abitazioni) e antropofila, almeno nella sua variante urbana.
Colonizza quasi tutti i tipi di raccolte d'acqua stagnante, dalle caditoie stradali alle risaie. In ambiente urbano condivide molti focolai di sviluppo con la zanzara tigre (bidoni, tombini ecc.), ma ne può colonizzare altri, come cantine e vespai soggetti ad allagamento, tipici delle aree con falda freatica alta.
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